Negli anni Ottanta, chiunque passasse da via Velia a Salerno, notava un bellissimo cane chow chow immobile e statuario dinanzi a un negozio...
Lo chiamavano Spic & Span. Così, come un prodotto di pulizia, perché aveva l'abitudine di raccogliere oggetti che gli altri buttavano. Scendeva ogni giorno dal rione Carmine, attraversava il corso e continuava fino al lungomare.L'aspetto metteva un po' di paura, con il suo cappotto nero sempre addosso, anche in pieno agosto, e quella barba lunga, i capelli arruffati. In realtà non ha mai fatto male a nessuno, anzi era diventato quasi uno di famiglia per tanti salernitani.
Erano le 17.03 del 4 maggio 1949 quando l'aereo del grande Torino si schiantò contro il muraglione del terrapieno della Basilica di Superga, sulle colline del capoluogo piemontese. Trentuno le vittime: il capitano Valentino Mazzola e diciassette compagni della squadra che aveva vinto gli ultimi cinque scudetti.
Si chiamava Maria, o forse Rosa, altri dicono “Nucctella” e attendeva non si sa chi o cosa, seduta su una colonna d'ingresso della sede delle Poste centrali di Salerno.
“Federico Alberto Wenner, venuto nel 1835 dalla natia San Gallo, ricco di propositi più che di beni in questa valle irrigua fatta per lui cospicua sede di industrie fiorenti, orgoglio e vigore della contrada, mostrò come tenacia ed alacrità di volere e di lavoro siano potenti leve di degna fortuna non invidiata ma benedetta”. Così recita una lapide, che nel 1902, il Comune di Pellezzano volle dedicare a Fiedrich Albert Wenner, origini tedesche, figlio di George Albrecht che, da rappresentante, divenne socio della ditta tessile “Barelocher&Co.” di San Gallo, in Svizzera.
Francesco D'Acunto, classe 1916, era un personaggio popolarissimo del centro storico di Salerno, che a inizio Novecento era un mondo a parte, abitato da personaggi che sembravano usciti da un romanzo o dalla commedia dell'arte.
Oggi dedichiamo la rubrica Fu Salerno all’arcivescovo Nicola Monterisi (Barletta 1867-Salerno 1944), simbolo di coraggio e di libertà di pensiero, che guidò la diocesi di Salerno dal 5 ottobre 1929 al 30 marzo 1944, giorno della sua morte.
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