Il mistero di Maria

Il mistero di Maria

Si chiamava Maria, o forse Rosa, altri dicono “Nucctella” e attendeva non si sa chi o cosa, seduta su una colonna d'ingresso della sede delle Poste centrali di Salerno.

Cappotto lungo, busta tra le mani e un fazzoletto a racchiudere i capelli come si usava una volta. Molti salernitani la ricordano ancora.
Chi aspettava? In questo articolo proviamo ad unire i pezzi di un puzzle ancora senza soluzione.


Un amore diviso dalla guerra

C'è qualcuno che ricorda di aver sentito raccontare come, ai tempi della seconda guerra mondiale, il suo amato, il fidanzato al quale aveva promesso amore eterno, fosse partito per andare a combattere. Si erano lasciati con dolore, certi che prima o poi si sarebbero rivisti. Ma lui non tornò più dal campo di battaglia e lei non ne ebbe più notizie.
Lo aspettò là , nel pieno centro della città di Salerno, perché quello era l'ultimo posto in cui lo aveva visto. Restò fedele alla promessa d'aspettarlo per coronare, con le nozze, il loro amore.
Si parlò di problemi psichici, ma chi ama non è mai folle se non d'amore. E certamente commuove una donna che, ogni mattina, si truccava per andare a un appuntamento con il suo uomo, che non tornerà mai.
L'amore e la morte sono sempre legati.


Il suo volto truccato: un ricordo indelebile nella mente dei salernitani

I bambini di cinquanta, sessanta o settant'anni fa la ricordano ancora, come capita alle persone semplici, che incarnano lo spirito più profondo della città , ancora più dei monumenti e non meno dei grandi personaggi.

Aveva le guance truccate di un rosso marcato e qualche genitore minacciava i figli dicendo loro che, se avessero fatto i cattivi, li avrebbero portati da lei. Ma lei continuava a salutare chiunque passasse in strada o entrasse alle Poste con la cortesia che aveva innata e quel sorriso accennato e incerto che rivelava la ritrosia di un dolore profondo.

Gli adulti e gli anziani di oggi, bambini e ragazzi d'allora, ancora oggi, passando in quel tratto di corso Garibaldi, forse ancora s'aspettano il suo saluto e il vederla lı̀ ad aspettare.