Fu Salerno: Alfredo Ronga, alias “Spic & Span”

Fu Salerno: Alfredo Ronga, alias “Spic & Span”

Lo chiamavano Spic & Span. Così, come un prodotto di pulizia, perché aveva l'abitudine di raccogliere oggetti che gli altri buttavano. Scendeva ogni giorno dal rione Carmine, attraversava il corso e continuava fino al lungomare.
L'aspetto metteva un po' di paura, con il suo cappotto nero sempre addosso, anche in pieno agosto, e quella barba lunga, i capelli arruffati. In realtà non ha mai fatto male a nessuno, anzi era diventato quasi uno di famiglia per tanti salernitani.

Non tutti sanno che “Spic & Span” discendeva da una famiglia di affermati professionisti

Alfredo Ronga, questo il suo vero nome, veniva da una famiglia di affermati professionisti, ma lui aveva l'amore per la libertà. Cominciò a girovagare in città dopo gli studi all'Istituto magistrale e continuò così fino al 1989, quando a 57 anni fu accolto nell'ospizio di accoglienza “Santa Maria”, gestito dalla Curia salernitana a Siano.
In un'intervista, rilasciata al “Roma” del 21 maggio 1993, tra una risposta e l'altra, chiedeva ancora informazioni su questo o quel luogo di Salerno. Via Arce, via San Benedetto, via Duomo gli erano rimaste nel cuore. “La chiesa di San Michele è ancora chiusa?”, s'informava. Ci teneva a dire di non essere mai stato un clochard.


I suoi racconti del periodo di reclusione in ospizio

“Avevo un bellissimo quartino di fronte al Teatro Verdi”, raccontava. E lì ogni sera, magari dopo essere passato all'Istituto di Santa Teresa del Bambino Gesù, dove le suore gli avevano assicurato un pasto caldo.
Anche a Siano non aveva mai perso il gusto della libertà. Era sbarbato, ben vestito, curato e in ordine. “Da quattro anni – diceva – non esco da questo cortile. Vorrei vedere la chiesa, il paese, ma non mi fanno uscire”. Aveva anche perdonato qualche ragazzino che lo ingiuriava o, in qualche caso, gli lanciava pietre. Spic & Span rispondeva con lunghe sfuriate. Innocue come sempre. Quello che veramente gli dava pena era il non poter più girovagare: “Qua sto troppo chiuso – si lamentava – oltre il cancello non posso andare”.

Alfredo, Spic & Span, è uno dei semplici che tutti ricordano e che, al di là di titoli e onorificenze, ha segnato più di altri la memoria della gente comune. Uno di casa, un altro testimone della Salerno che fu.