Il 30 maggio scorso tutta Italia ha ricordato il grande Agostino Di Bartolomei a trent'anni dalla morte, avvenuta a Castellabate in questo giorno del 1994 (volutamente non parleremo di quel tragico 30 maggio 1994). “Ago, Ago, Agostino”, cantava la Curva Sud dello Stadio Vestuti per la quale quel numero 10, uomo schivo e silenzioso, grande professionista e signore fuori e dentro al campo, è rimasto leggenda.
Era il 1964 quando il giovane Bruno Carmando prese il posto di Alberto Fresa come massaggiatore della Salernitana. Era un sogno per chi, in pratica, era nato allo stadio Vestuti, del quale papà Angelo, scomparso nel 1954, era custode.
A Salerno Palazzo di Città è anche chiamato “Palazzo Guerra”. Perché? Nel 1928, a vincere il concorso per l'incarico di ingegnere capo del Comune fu il napoletano Camillo Guerra, che fra i primi compiti affidatagli ebbe quello di redigere il progetto del nuovo Municipio. Ma a Guerra si deve anche il progetto strutturale dello Stadio Vestuti, i cui lavori iniziarono nel 1929 e si conclusero, con l'inaugurazione, l'11 gennaio 1931.
Il 12 aprile 2010 morì improvvisamente, a 46 anni, Carmine Rinaldi, per tutti “Il siberiano”, vera e propria leggenda ultras per i tifosi della Salernitana e per quelli di altre squadre. Su di lui tanti ricordi come quello di quando, da solo contro dieci tifosi avversari, riuscì a proteggere uno striscione dei Granata. L'immagine più ricorrente nella mente di ognuno è quella con la maglia bianca della Salernitana a maniche corte, con il numero 15 sulle spalle, e sul petto lo sponsor storico: Antonio Amato.
Donato Vestuti, la storia del giornalista sportivo (e non solo) che ha dato nome allo stadio di Salerno.
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