Era il 1964 quando il giovane Bruno Carmando prese il posto di Alberto Fresa come massaggiatore della Salernitana. Era un sogno per chi, in pratica, era nato allo stadio Vestuti, del quale papà Angelo, scomparso nel 1954, era custode.
Un massaggiatore, ma come suo fratello Salvatore, storico fisioterapista del Napoli e di Maradona, era psicologo, compagno, amico, consigliere di presidenti, allenatori, calciatori. Lo fu per ventisette anni fino al 1991.
Padre e fratello maggiore
Dicono che avesse un carattere eclettico e che, almeno in apparenza, fosse burbero. In realtà era un uomo amabile e molto paterno verso i ragazzi, i cui muscoli erano nelle sue buone mani. Un padre o un fratello maggiore per tutti. Ricordava sempre con tanto affetto Agostino Di Bartolomei, Marco Pecoraro, Luca Fusco, Gianluca Grassadonia, Antonio Capone e poi gli allenatori Tom Rosati, Giancarlo Ansaloni, Mario Russo. Ed ebbe un rapporto di speciale amicizia anche con l'indimenticabile e passionale presidente Peppino Soglia. Per dirne solo alcuni. Un vincolo che non si è mai sciolto tanto che, anche dopo il 1991, anno in cui lasciò l'incarico con molto rammarico (ci teneva ad essere il massaggiatore della serie A, agguantata poi nella stagione nel 1997/1998), continuò a seguire i “suoi” giocatori nel proprio centro fisioterapico.
Nella società era uno che faceva gruppo, soprattutto nei momenti difficili quando sfoderava la sua saggezza. Sapeva tranquillizzare quando gli animi si riscaldavano e incoraggiare quando c'era bisogno di motivare la squadra. Un massaggiatore sì, ma anche uno psicologo.
La targa al Vestuti
Bruno Carmando se ne andò il 21 novembre 2005. Aveva 66 anni. Qualche mese prima, il 15 luglio 2004, nonostante i problemi di salute, aveva partecipato a una manifestazione contro l'esclusione dei Granata dal campionato di Serie B. Il feretro, prima di giungere in chiesa per le esequie, si fermò dinanzi al leggendario stadio Vestuti, il suo Vestuti. Proprio sulle mura di quello storico campo di gioco, nel luglio del 2022, l'amministrazione comunale, guidata da Vincenzo Napoli, volle apporre una targa a ricordo del massaggiatore. A volere quel riconoscimento, a quindici anni dalla scomparsa, fu soprattutto Salvatore Orilia, presidente del Salerno Club 2010, grande amico di Bruno.
Ma il nome dei Carmando non ha fatto solo la storia della società. È ancora presente. Il figlio di Bruno, Giovanni, è stato chiamato dal presidente Danilo Iervolino a ricoprire il ruolo di fisioterapista-osteopata della squadra.
L'aneddoto
Per comprendere quanto Bruno Carmando tenesse alla Salernitana basti ricordare un aneddoto che, spesso, racconta suo figlio Giovanni. Il 26 giugno 1991, sul campo neutro di Pescara, Salernitana e Cosenza giocarono lo spareggio per la permanenza in serie B. Vinsero i calabresi, ai tempi supplementari, con un gol dell'attaccante Gigi Marulla, prematuramente scomparso nel 2015. Le telecamere inquadrarono una persona che, lontano, piangeva per la sconfitta dei Granata. Era Bruno Carmando, che a quella salvezza aveva sempre creduto, da buon tifoso.