Sbaglia chi pensa che Halloween sia una festa tipicamente americana. La popolare ricorrenza, la cui simbologia è legata alla morte e all’occulto e che si celebra nella notte tre il 31 ottobre e il 1° novembre, ha origini celtiche.
Nel calendario di due millenni fa, in vigore in una vasta regione che comprendeva la Francia settentrionale, l'Inghilterra e l'Irlanda, l'anno non aveva inizio nel primo giorno di gennaio, ma proprio il 1° novembre, quando moriva l'estate per lasciare spazio all'inverno. La parola con cui questa festa era indicata è “Samhain” e cioè “fine dell'estate”. Iniziava così il tempo del freddo e dell'oscurità, occasione buona per ritrovarsi intorno al tepore di un falò a raccontare storie e leggende.
Halloween nella tradizione celtica
I celti pensavano che, il 31 ottobre, nel passaggio tra una stagione e l'altra, alla vigilia del nuovo anno, il mondo dei morti e quello dei vivi potessero incontrarsi abbattendo le leggi del tempo e dello spazio. Saliti sulle colline, accendevano fuochi sacri e immolavano animali. Dinanzi alle porte delle case erano accese fiaccole e si lasciavano cibo e latte per nutrire i defunti che venivano a fare visita. Nell'anno 840, papa Gregorio IV istituì la festa di Ognissanti il 1° novembre e la ricorrenza prese il posto delle celebrazioni pagane. Non si parla, però, ancora di Halloween, un termine tratto da un'espressione scozzese, un abbreviativo per indicare “All Hallows' eve”, la notte degli spiriti sacri.
Già nel 1556 si comincia a parlare di Halloween
The Oxford English Dictionary indica il 1556 come l'anno in cui cominciò a parlarsi di Halloween, una tradizione che gli emigranti irlandesi esportarono negli Stati Uniti. Il concetto di fondo resta lo stesso: mondo dei vivi e dei morti s'incontrano così come, nella natura, s'incontrano le stagioni e si passa dalla luce calda dell'estate al buio freddo dell'inverno, dal tempo in cui la natura esplode in tutta la sua potente bellezza a quella in cui riposa e sembra quasi “morire” nel gelo. Cambiano però le forme. Se i celti incastonavano una brace del fuoco sacro dentro cipolle intagliate, in Irlanda e Scozia si preferiva la rapa e, quando la tradizione arrivò in America, si utilizzò la più ampia e funzionale zucca, prodotto caro all'agricoltura e alla cucina del luogo (la prima testimonianza di questa consuetudine è del 1837).
Halloween e le zucche: Jack o' lantern
A quella zucca è stato dato anche un nome, Jack o' lantern, ma soprattutto un volto con occhi, naso e bocca incisi sulla superficie. Sul leggendario Jack sono state scritte tante storie, ma sembra che il creare visi da un ortaggio sia un uso che nasce da un antico racconto irlandese. Jack ingannò e imprigionò niente di meno che il diavolo, con cui aveva stipulato un patto, e costui, per liberarsi, dovette concedergli il diritto di non dannati. Alla sua morte, Jack non fu recluso all’inferno, ma non fu ovviamente accolto nemmeno in paradiso e, da allora, vaga nelle tenebre privato della possibilità di riposare. Jack si lamentò pure dell’oscurità e il demonio gli lanciò un tizzone ardente che infilò in una rapa intagliata che aveva sé.
Dolcetto o scherzetto: una tradizione medievale
Ha altre origini la tradizione del “dolcetto o scherzetto”, tanto cara ai bambini che vanno di casa in casa minacciando un “trick”, in inglese “dispetto”, se il padrone di casa non dà loro un “treat”, un dolcetto. “Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat”, inneggiano i bambini inglesi con un canto che imparano alle elementari. In realtà, la pratica di mascherarsi e di andare di casa in casa a cercare un po’ di cibo, nel giorno di Ognissanti, risale al Medioevo. Era l’usanza dei poveri che bussavano alla porte dei ricchi: in cambio di cibo, avrebbero pregato per le anime dei morti, cari alla famiglia facoltosa. È una tradizione che, ancora una volta, nasce in Irlanda e Gran Bretagna, ma che non è sconosciuta anche in un alcuni paesi del Sud Italia. Ne parla finanche Shakespeare nella commedia “I due gentiluomini di Verona”, scritta nel 1593.