Nella storia della Salernitana, il costruttore Peppino Soglia, che nel 1987 acquistò la squadra da Augusto Strianese, occupa certamente un posto di riguardo. Un presidente indimenticabile, passionale, come lo erano quelli di un volta, genuini, schietti.
Lo chiamavano il cantante Polaroid per quella sua capacità di creare dal nulla, con pochi tratti del carattere di una persona, una canzone a lui o a lei dedicata. Stiamo parlando di Mimmo Faiella, che per la sua simpatia innata fu ingaggiato da Carlo Conti per “I raccomandati”, un programma Rai di successo andato in onda tra il 2003 e il 2011. Ancora prima Gabriella Carlucci lo aveva ospitato in alcune trasmissioni Mediaset.
Il 30 maggio scorso tutta Italia ha ricordato il grande Agostino Di Bartolomei a trent'anni dalla morte, avvenuta a Castellabate in questo giorno del 1994 (volutamente non parleremo di quel tragico 30 maggio 1994). “Ago, Ago, Agostino”, cantava la Curva Sud dello Stadio Vestuti per la quale quel numero 10, uomo schivo e silenzioso, grande professionista e signore fuori e dentro al campo, è rimasto leggenda.
Era il 1964 quando il giovane Bruno Carmando prese il posto di Alberto Fresa come massaggiatore della Salernitana. Era un sogno per chi, in pratica, era nato allo stadio Vestuti, del quale papà Angelo, scomparso nel 1954, era custode.
Il 12 aprile 2010 morì improvvisamente, a 46 anni, Carmine Rinaldi, per tutti “Il siberiano”, vera e propria leggenda ultras per i tifosi della Salernitana e per quelli di altre squadre. Su di lui tanti ricordi come quello di quando, da solo contro dieci tifosi avversari, riuscì a proteggere uno striscione dei Granata. L'immagine più ricorrente nella mente di ognuno è quella con la maglia bianca della Salernitana a maniche corte, con il numero 15 sulle spalle, e sul petto lo sponsor storico: Antonio Amato.
Era il 1948 quando Andrea Sabatino, classe 1931, fondò, insieme alla mamma Emilia e ai fratelli Peppino e Giovanni, la leggendaria rosticceria salernitana, ancora oggi sosta obbligata per i veri salernitani e per i turisti. Calzoni fritti con la scarola o la mozzarella, pizzette, crocché. Don Andrea se ne andò l'11 marzo 2016, ma Salerno non ha mai dimenticato la sua arte. C'è un salernitano che non abbia mai provato quelle bontà?