Nella storia della Salernitana, il costruttore Peppino Soglia, che nel 1987 acquistò la squadra da Augusto Strianese, occupa certamente un posto di riguardo. Un presidente indimenticabile, passionale, come lo erano quelli di un volta, genuini, schietti.
Alla Costantino Rozzi da Ascoli o Romeo Anconetani da Pisa, tanto per fare due esempi. Non capitava di rado di ritrovarselo sugli spalti dello stadio, con tanto di giacchetta granata indossata, a tifare insieme ai tifosi.
La presidenza della Salernitana
Le sue prime stagioni da presidente della Salernitana furono deludenti e non mancarono le contestazioni della tifoseria, ma nel 1989 decise di ingaggiare, come allenatore, mister Giancarlo Ansaloni. Era la squadra di Marco Pecoraro Scanio, Francesco Della Monica, Giuseppe Donatelli, gli acquisti che, insieme all'immenso capitano Agostino Di Bartolomei, riuscirono nel 1990 a far raggiungere ai Granata la Serie B dopo ventitré lunghissimi anni di C. Tra le immagini memorabili di quella promozione, Soglia portato in trionfo da calciatori e tifosi.
Per i giocatori era come un padre e, con loro, non si era instaurato il classico rapporto tra padrone della società e dipendenti. Li invitava anzi spesso a casa sua per il pranzo o la cena e, tra gli aneddoti, il leggendario centrale difensivo Ciro Ferrara raccontava di quanto li avesse stupiti quando li portò a vedere la sala-cinema che aveva messo su. Non dimenticava mai di passare almeno un po' di tempo, ogni giorno, sui gradoni dello stadio Vestuti e poi dell'Arechi (fu inaugurato proprio nel 1990) a seguire i suoi ragazzi mentre si allenavano.
L'anno successivo la Salernitana visse il dramma sportivo della retrocessione dopo uno sventurato spareggio salvezza con il Cosenza. Si dimise da presidente il 5 marzo 1991, ma continuò a mantenere la proprietà del club fino a luglio di quell'anno quando vendette la squadra al gruppo facente capo all'imprenditore Pasquale Casillo.
Tifoso per sempre
Malgrado la cessione della società, il presidente Soglia, originario di Castel San Giorgio, è rimasto un grande tifoso fino alla fine.
Se ne andò il 12 novembre 2014 dopo aver fatto impresa, insieme ai figli, anche nel settore dell'accoglienza turistica (fu proprietario fino al 2010 del Lloyd's Baia Hotel e, ancora prima, aveva acquistato il castello settecentesco di Castel San Giorgio, divenuto una villa prestigiosa per ospitare ricevimenti e congressi).
Al Soglia-costruttore si deve anche la costruzione dello Stadio Arechi.