Negli anni Ottanta, chiunque passasse da via Velia a Salerno, notava un bellissimo cane chow chow immobile e statuario dinanzi a un negozio...
Oggi la rubrica “Fu Salerno” vuole ricordare un personaggio emblematico della città di Salerno: “Donato, il cartonaio” che andava in giro con il suo carretto straripante di cartoni per le vie del quartiere “Torrione” (Foto di Mario Lo Bianco).
Era il 1964 quando il giovane Bruno Carmando prese il posto di Alberto Fresa come massaggiatore della Salernitana. Era un sogno per chi, in pratica, era nato allo stadio Vestuti, del quale papà Angelo, scomparso nel 1954, era custode.
Il conflitto mondiale era appena finito lasciando, sul terreno, dolore e distruzione anche a Salerno.
Non c'è bambino degli anni Cinquanta, Sessanta e fino ai Novanta che non lo ricordi, soprattutto non c'è bambino che non ricordi il suono del suo fischietto con il quale chiamava tutti a raccolta.
In questo nuovo articolo della nostra rubrica Fu Salerno vi raccontiamo la storia di Franco Angrisano, attore di origini lucane ma salernitano d’adozione che dalle scene del dopolavoro ferroviario arrivò a recitare con il grande Eduardo, ma anche con Dino Risi e tanti altri registi italiani.
Lo chiamavano Spic & Span. Così, come un prodotto di pulizia, perché aveva l'abitudine di raccogliere oggetti che gli altri buttavano. Scendeva ogni giorno dal rione Carmine, attraversava il corso e continuava fino al lungomare.L'aspetto metteva un po' di paura, con il suo cappotto nero sempre addosso, anche in pieno agosto, e quella barba lunga, i capelli arruffati. In realtà non ha mai fatto male a nessuno, anzi era diventato quasi uno di famiglia per tanti salernitani.
Erano le 17.03 del 4 maggio 1949 quando l'aereo del grande Torino si schiantò contro il muraglione del terrapieno della Basilica di Superga, sulle colline del capoluogo piemontese. Trentuno le vittime: il capitano Valentino Mazzola e diciassette compagni della squadra che aveva vinto gli ultimi cinque scudetti.
Il primo docente di biochimica in Italia? Un salernitano! E d'altra parte, nella Hippocratica Civitas, la Città di Ippocrate e della Scuola Medica Salernitana, non è di certo una sorpresa.
Sono passati quindici anni – scomparve il 27 marzo 2008 – da quando Salerno ha perso un artista vero come Aniello Torretta, pittore espressionista con un profondo senso della libertà. Lo chiamavano “Controsenso” perché, in sella alla sua bicicletta o al suo motorino, imboccava puntualmente in contromano le strade che attraversava tra San Leonardo e la zona orientale.
Uno degli strumenti indispensabili per conoscere la Salerno di inizio Novecento è l'archivio privato dell'ingegnere Michele De Angelis, che da qualche anno l'Archivio di Stato di Salerno ha acquisito e reso fruibile dalla cittadinanza.
“Federico Alberto Wenner, venuto nel 1835 dalla natia San Gallo, ricco di propositi più che di beni in questa valle irrigua fatta per lui cospicua sede di industrie fiorenti, orgoglio e vigore della contrada, mostrò come tenacia ed alacrità di volere e di lavoro siano potenti leve di degna fortuna non invidiata ma benedetta”. Così recita una lapide, che nel 1902, il Comune di Pellezzano volle dedicare a Fiedrich Albert Wenner, origini tedesche, figlio di George Albrecht che, da rappresentante, divenne socio della ditta tessile “Barelocher&Co.” di San Gallo, in Svizzera.
Il nome dell'attrice Beatrice Vitoldi non dirà molto a qualcuno, ma il suo volto e la sua unica interpretazione restano celebri nella storia del cinema mondiale.
Francesco D'Acunto, classe 1916, era un personaggio popolarissimo del centro storico di Salerno, che a inizio Novecento era un mondo a parte, abitato da personaggi che sembravano usciti da un romanzo o dalla commedia dell'arte.
Ortensio Celano è il nome di un eroe salernitano che combatté nella guerra di liberazione sul fronte della Valle dell'Orco, tra Ivrea e Torino. Nato in una famiglia di contadini cominciò a lavorare nei campi di Paradiso di Pastena, sin da giovanissimo.
Pietro Barliario, che in qualche fonte è chiamato Bailardo e in altre Baialardo, era uno studioso di medicina, astrologia e alchimia, la cui esistenza è avvolta nel mistero della leggenda. Di certo visse tra la seconda metà dell’anno 1000 e la prima del 1100, ma se sulla sua esistenza non v’è alcun dubbio, resta il mistero su alcuni punti della sua biografia. Ad esempio non v’è certezza sul fatto che abbia ricoperto una cattedra nella grande Scuola Medica Salernitana, ma di certo fu studioso di medicina ed aveva una certa conoscenza della lingua araba, idioma in cui leggeva con passione libri di magia.
In questo articolo vi raccontiamo la storia di Raffaella La Crociera, una giovane poetessa romana che con i suoi versi aiutò la città di Salerno a raccogliere fondi per far fronte ai danni dell’alluvione del 1954.
Nel giorno dell'Immacolata ha riaperto le porte, dopo la lunga chiusura nella fase più difficile dell'emergenza sanitaria, il Presepe dipinto del compianto artista Mario Carotenuto, all’interno della Sala San Lazzaro del Duomo.
Le zuppette, i babà, le sfogliatelle, le bombe alla fragola. E poi i dolci della tradizione, preparati seguendo con rigore il calendario e le feste: la zeppola di San Giuseppe, la zuppetta, la mont blanc, le chiacchiere e il sanguinaccio a Carnevale, i torroni e i croccanti di nocciole a Natale. Ma soprattutto lei, la scazzetta del cardinale, con la crema, il limone, il pan di spagna, uno strato di glassa alla fragola che la rende simile alla zucchetto di un porporato.
Oggi dedichiamo la rubrica Fu Salerno all’arcivescovo Nicola Monterisi (Barletta 1867-Salerno 1944), simbolo di coraggio e di libertà di pensiero, che guidò la diocesi di Salerno dal 5 ottobre 1929 al 30 marzo 1944, giorno della sua morte.
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