Peppe Natella ovvero l'amore per la cultura e il presepe

Peppe Natella ovvero l'amore per la cultura e il presepe

Il presepe per Salerno? Mario Carotenuto, del quale abbiamo già parlato, e Giuseppe Natella, per tutti Peppe, artista, scenografo, fondatore della Bottega San Lazzaro e del Teatro dei Barbuti.

Silenzioso, umile, geniale, anima del Centro storico, se ne andò nell'antivigilia di Natale del 2015.

 

Il centro storico, dall'abbandono al recupero


Negli anni Ottanta il quartiere dell'antica Salerno era degradato. Sì, il terremoto aveva creato danni pesanti e provocato l'esilio di tanti abitanti, ma già prima l'incuria e l'abbandono si distinguevano in ogni vicolo o piazza. Fu don Giovanni Toriello, indimenticato parroco della cattedrale, a volerlo come braccio destro nella difficile opera di animare (e rianimare) il Centro storico. Una rinascita che passava dalla bellezza che l'arte, in ogni sua forma, sapeva donare. Sarà lui a chiedere al maestro Carotenuto di realizzare il presepe, inaugurato nel dicembre 1982 e ancora oggi accolto, in maniera permanente, nella Sala San Lazzaro del duomo.

I volti dei protagonisti erano quelli noti di chi aveva fatto e continuava a fare la storia della città, ma anche di chi, certo ignoto alle grandi cronache, rendeva grande Salerno nella semplicità della fatica quotidiana. Non riesce difficile pensare che proprio Natella, con i suoi suggerimenti, diede poesia a quel presepe e ai tanti altri che realizzava ogni anno nella sua Bottega San Lazzaro, altra sosta fissa per i salernitani e per i forestieri, con quel balcone così insolito tra una sala e l'altra del laboratorio.

 

Il Teatro dei Barbuti

Non solo il presepe, però. Natella, insieme all'amico Salvatore Acconciagioco, ebbe un'idea rivoluzionaria. Perché non esaltare una delle piazze della Salerno longobarda, quasi inaccessibile fino ad allora, con una rassegna teatrale? Largo Barbuti, che nel 1200 era la piazza più importante con le sue botteghe e il mercato, sembrava uno scenario perfetto per un palcoscenico. Nel 1983 il primo a esibirsi ai Barbuti fu il grande Peppe Barra che, proprio nell'estate 2015, in occasione del trentesimo del festival, venne premiato da Natella.

 

La rinascita di chiese e conventi. Le grandi mostre. Il Museo dello sbarco

Ma non basta. Natella salvò dalla dimenticanza, se non dalla desolazione, chiese e conventi. Rese quelli che furono edifici sacri luoghi ideali per accogliere grandi mostre, curate da Massimo Bignardi. Arrivano a Salerno le opere di Picasso e di Mirò, per citarne solo due. Insieme al giornalista Eduardo Scotti e allo storico Nicola Oddati, contribuì a dare vita al Museo dello Sbarco.

Natella era un affamato di cultura, una mente geniale in continuo movimento, un innamorato del centro storico che sapeva sempre difendere con passione civile, un uomo generoso che non trattenne mai per sé nulla ma donò luoghi e cultura all'intera città.