Vi raccontiamo la storia del sindaco Alfonso Menna, un uomo e un politico che rivoluzionò la città di Salerno.
Alfonso Menna ha segnato la storia recente di Salerno, che ha guidato come sindaco dal 1956 al 1970. Quattordici anni in cui rivoluzionò la città , che divenne cosı̀ dinamica e produttiva, un cantiere continuo e sempre aperto, da essere chiamata la “Torino del Sud”.
E pensare che un incidente, che lo costrinse al ricovero in un ospedale romano, gli stava quasi costando l'elezione nella tornata amministrativa del '56. Non potè fare campagna elettorale, in un tempo in cui era solo da visionari pensare alle enormi possibilità (anche politiche) di internet e dei social network. Era un tempo in cui i voti andavano cercati casa per casa e ci si affidava agli incontri e ai comizi. Gli fu dato il 23° posto nella lista della Democrazia Cristiana, ma la stima di tanti, maturata anche per il suo attivismo nella “Malanotte” dell'alluvione che, tra il 25 e il 26 ottobre 1954, costò vittime e distruzione alla città , a Vietri sul Mare, a Cava de' Tirreni, a Maiori, Minori e Tramonti (Menna fu insignito per questo del riconoscimento di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana), lo portarono ad ottenere 7.046 preferenze. Primo degli eletti.
Un sindaco amatissimo dai salernitani
Fu un grande sindaco, amatissimo dai salernitani, lui che era nato il 22 gennaio 1890 a Domicella, in provincia di Avellino. Innumerevoli le opere realizzate.
Nei suoi anni, fu recuperato il Castello di Arechi, oggi simbolo della città insieme al Duomo, cosı̀ come il Forte La Carnale, emblema del popolare quartiere di Torrione. Aveva visto con i suoi occhi la morte provocata dall'alluvione e, per questo, volle che fossero rimboschite le colline della città , realizzando un'azione di prevenzione per evitare nuovi futuri disastri naturali. Volle l'allargamento del Lungomare di Salerno, la nuova definizione degli spazi di piazza della Concordia, nella quale fu eretto il monumento al Marinaio, la collocazione del Porto commerciale nella zona in cui è attualmente.
Non riuscì però a spuntarla nella “battaglia” per avere in città l'Università degli Studi, che si costruì a Fisciano, a metà strada con la città di Avellino. .
La medaglia al merito ricevuta nel 1968
Il 3 dicembre 1968 gli fu conferita la medaglia d'oro al merito civile con questa motivazione: “Poneva le sue eccezionali capacità di amministratore e di organizzatore al servizio della collettività , promuovendo e potenziando, con feconda continuità , ogni iniziativa volta al processo di rinnovamento del Mezzogiorno ed allo sviluppo sociale ed economico della città di Salerno”.
Morì l'11 aprile 1998, a 108 anni, e fino alla fine fu un punto di riferimento morale dell'intera cittadinanza.
Alfonso Menna e il suo legame con Battipaglia
Ma Menna è nella storia anche di Battipaglia, di cui è considerato il “padre”. Fu lui, da funzionario pubblico, a impegnarsi per la fondazione del Comune, che sorse nel 1929 e del quale fu primo cittadino, in qualità di commissario prefettizio, fino al 1931.