Sono tanti i ricordi che affiorano alla mente pensando alla Scuola materna e primaria “Matteo Mari”, una vera e propria istituzione per il quartiere di Torrione.
Da queste mura sono passati migliaia di bambini e di genitori da quel lontano 1957 quando si diede inizio alla sua costruzione (sarà ampliata nel corso degli anni fino a raggiungere i 4355 metri quadrati d’estensione).
Quelle scalinate, lungo le quali schiere di genitori hanno atteso i loro figli al termine della giornata scolastica, sono state percorse dalla bidella Zerbina, che aveva i capelli rossi e ricci e gli occhi da egiziana; dal bidello Lucio, al quale toccava ogni anno vestirsi da Babbo Natale prestandosi a farsi scattare le tradizionali foto con i bambini; ai maestri storici: Emma Amoroso e Carmine Marra, che passeggiavano per il quartiere mano nella mano, eleganti, gentili, d'altri tempi. O il maestro Zambrano, che era uso radunare le classi per far cantare e ballare i giovanissimi studenti. Lo si aspettava con ansia bussare alla porta dell'aula perché finanche il suo nome era sinonimo di ore di gioia e di svago.
Chi era Matteo Mari
Ma chi era Matteo Mari?Un docente di matematica alle Scuole medie, nato a Salerno l'8 ottobre 1911 e qui scomparso il 24 ottobre 1959, a soli 48 anni. Mari, presidente del Patronato scolastico e Preside della Scuola media statale di Agropoli, scomparve mentre ricopriva la carica di assessore alla Pubblica Istruzione e alle Belle Arti del Comune di Salerno.
Alla professione di docente, infatti, univa la passione politica (tra i primi salernitani a iscriversi alla Democrazia Cristiana) e l'impegno nell'associazionismo cattolico, in moto particolare nell'Azione Cattolica, della quale fu dirigente.
La carriera politica
Candidatosi alle elezioni del maggio 1956 quando, con 934 voti, fu eletto consigliere comunale entrando poi nella giunta guidata dall'indimenticabile sindaco Alfonso Menna.
Da assessore riservò grandi attenzioni alla scuola, sostenendo sia gli insegnanti che le famiglie. Aveva anche posizioni all'avanguardia e promuoveva, per esempio, l'apertura degli asili nido comunali (oggi simbolo stesso di una comunità che va incontro alle esigenze concrete delle persone).
D'altra parte, dagli inizi degli anni Sessanta, la stessa Scuola “Matteo Mari” è emblema di modernità, dotata com'è di un refettorio dove gli alunni potevano mangiare gratuitamente, di una scuola di musica, di una palestra fornita di tutti gli attrezzi ginnici più moderni.
Matteo Mari tra gli "Uomini illustri” del Cimitero salernitano
Fu ricordato dall'Amministrazione comunale, che volle intitolargli la scuola, come “uomo impareggiabile, padre amoroso, educatore, integerrimo amministratore”. Possedeva “adamantina coscienza civica, altissimo senso di responsabilità, largo senso di umanità a fratellanza per i diseredati”.
Un uomo così virtuoso che l'Amministrazione volle che fosse tumulato nel recinto degli Uomini illustri del Cimitero urbano. Sulla sua lapide si legge l'epitaffio “portò il suo operoso entusiasta contributo nella famiglia, nella scuola e nella vita pubblica. Un uomo da prendere a modello.