Il nome dell'attrice Beatrice Vitoldi non dirà molto a qualcuno, ma il suo volto e la sua unica interpretazione restano celebri nella storia del cinema mondiale.
Un ruolo celebre nel film di Ėjzenštejn
Ricordate la scena tragica della Corazzata Potemkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (è del 1925) quando la madre, colpita a morte dai Cosacchi, perde il controllo della carrozzina, con il suo bambino, che precipita lungo la scalinata di Odessa? È la stessa scena sulla quale poi ironizzò Paolo Villaggio nel “Secondo tragico Fantozzi” del 1976. Ebbene quella madre da tragedia greca – e sorprende saperlo – era Beatrice Vitoldi, salernitana.
Beatrice: dalla Lettonia a Salerno passando per la Russia
Nata nel 1895 emigra a Riga, in Lettonia, dove il papà lavora come ingegnere per la Russisch-Baltischen Waggonfabrik. In seguito la famiglia si trasferisce a San Pietroburgo, in Russia, dove l'igegner Vitoldi lavora per una fabbrica di macchine utensili.
L’impegno politico
Beatrice ama l'arte ed è impegnata attivamente anche in politica, una scelta personale che le costerà cara. Entra infatti in contatto con numerosi bolscevichi – e il regista Ėjzenštejn è tra loro – e partecipa concretamente alla rivoluzione d'ottobre (1917). Lavora anche come segretaria al Proletkul't, un organismo, fondato proprio nell'anno della rivoluzione, che aveva lo scopo di dare le basi per una autentica arte proletaria, fatta dai proletari per i proletari contro la cultura borghese. Nel 1925 Ėjzenštejn la sceglie come interprete della sua Corazzata, un film che avrà un enorme successo in Unione Sovietica.